UE punta su intelligenza artificiale ma processo penale sia equo

“L’Unione europea giustamente punta sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale in molti settori e, dunque, anche nel campo della giustizia. Le nuove tecnologie possono aiutare il contrasto e la prevenzione dei reati, tuttavia i rischi di un sistema automatizzato o semi automatizzato sono evidenti. A chi deve essere attribuita la responsabilità delle decisioni? Il Movimento 5 Stelle si batterà affinché i diritti fondamentali dei cittadini vengano tutelati: non possiamo rinunciare a un processo equo, alla salvaguardia del principio di presunzione di innocenza e al diritto a un ricorso efficace”

così l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Sabrina Pignedoli commenta il progetto di parere sull’intelligenza artificiale nel diritto penale e il suo utilizzo da parte delle autorità di polizia e giudiziarie in ambito penale, presentato oggi in Commissione Giuridica.

“L’automazione introdotta dall’analisi dei big data, l’apprendimento automatizzato e il contributo dei sistemi di intelligenza artificiale sono diventati parte del nostro quotidiano. Queste innovazioni non comportano solo sfide nel campo della privacy dei cittadini e della protezione dei dati ma anche nuove sfide in molti altri campi dove queste nuove tecnologie possono essere applicate. I nuovi strumenti utilizzati in contesti di giustizia penale possono porsi in contrasto con alcune libertà fondamentali. Bisogna dunque essere cauti e mettere sempre il cittadino e i suoi diritti al centro”

conclude Pignedoli (10.07.2020).