Buongiorno Reggio Emilia!

Il plenum del Csm – ‘fassista’ e che fa il gioco delle mafie, secondo il pensiero reggiano dominante – ha deciso all’UNANIMITA’ (evento di estrema rarità) l’allontanamento del procuratore capo Marco Mescolini da Reggio Emilia per incompatibilità ambientale.

Non entro nel merito del provvedimento: la magistratura – lo vuole la Costituzione – è un potere indipendente e ha un organo di governo autonomo. Altri in questi giorni mentre il giudizio era in itinere, sono intervenuti a commentare e a difendere: associazioni antimafia che dovrebbero essere super partes si sono trovate lancia in resta a perorare la causa del procuratore capo, adombrando una persecuzione perché “Mescolini dà fastidio” e “i mafiosi brinderebbero”. E ora cosa hanno da dire? I membri del Csm, a partire dal magistrato antimafia Nino Di Matteo che ha fatto da relatore del procedimento, sono ‘amici’ dei mafiosi?

Il Csm, peraltro, non doveva decidere sull’operato di Mescolini relativamente a Aemilia, ma solo alla sua incompatibilità alla procura di Reggio. E la ‘Pravda’ che ha preparato servizi dopo servizi per ricostruire i retroscena di un complotto ordito contro Mescolini e il Pd, sempre nel pieno rispetto del Csm che doveva ancora decidere?

Non lo sapevate che al Csm sono tutti ‘fassisti’, tutti avversari politici del Pd, tutti contro Mescolini per un mero interesse, guidati probabilmente dalle stesse trame massoniche che Delrio tira in ballo ogni volta che si trova in difficoltà, senza però mai denunciarle nelle sedi competenti?

Il consigliere del Csm Marra ha ringraziato nella sua dichiarazione di voto le colleghe che hanno preso l’iniziativa contro Mescolini denunciando i vari elementi di incompatibilità, finendo “in una contrapposizione che porta automaticamente a essere indicati in un preciso campo politico”. Anche i giornalisti che hanno provato a scrivere del “sistema Reggio” sono stati additati come nemici pubblici, anche loro tutti ‘fassisti’ e collusi con la ‘ndrangheta. Persino durante il dibattimento.

Poi arriva la decisione del plenum del Csm, che fa scoprire che forse il problema non è chi denuncia quel sistema, ma chi ne fa parte. E non sto parlando di Mescolini, ma di tutto quello che ha permesso il ‘caso Mescolini’.