In queste settimane ha iniziato il suo mandato l’Eppo, la nuova Procura europea, che ha il compito di difendere i fondi dell’UE dalle frodi e dalla corruzione. L’attività doveva partire nel marzo scorso, ma la mancata nomina di alcuni procuratori ha fatto slittare la data di partenza. È un momento delicato e l’Eppo, guidata da una donna, il magistrato rumeno Laura Codruța Kövesi, dovrà sorvegliare fra l’altro sul corretto uso dei fondi del Recovery Fund.
Durante l’assemblea plenaria di questa settimana, ho augurato buon lavoro alla Procura europea, e lo faccio anche qui. È giusto dare fiducia a questo nuovo organismo, che può essere considerato un primo passo in avanti verso una maggiore coesione giudiziaria nell’Unione. Ma non possiamo nasconderci i problemi ancora irrisolti. In futuro, l’Eppo avrà bisogno di adeguamenti, a cominciare da chi ne fa parte. Infatti non tutti i 27 Stati dell’UE hanno aderito a questo progetto: Ungheria, Irlanda, Polonia, Svezia e Danimarca ne sono ancora fuori. E tra i 22 Paesi che hanno scelto di farne parte, la Slovenia e la Finlandia non hanno ancora completato la nomina di un procuratore nazionale. I due casi hanno motivazioni diverse, speriamo che le cose si risolvano al più presto.

Anche in Italia il lavoro è da terminare. Danilo Ceccarelli è stato nominato rappresentante per il nostro Paese e viceprocuratore capo di Eppo. Occorre tuttavia riempire ancora completamente la pianta organica dei venti procuratori delegati. Mentre sono state numerose le candidature al Nord, al Sud la situazione ha mostrato criticità, al punto che alcuni distretti sono rimasti vuoti. Un controsenso se si considera che negli studi preparatori di Eppo è emerso dai dati che al Nord non vi erano stati procedimenti ascrivibili alle truffe ai fondi europei, mentre era al Sud che si concentravano le indagini che dovranno ora diventare di competenza di Eppo.

A livello europeo, sarà necessaria un’ampia collaborazione della nuova procura con le agenzie europee già esistenti, che svolgono egregiamente il loro lavoro, promuovendo indagini e fornendo una insostituibile funzione di collegamento tra magistrati e inquirenti dei diversi Paesi membri. Molte indagini a carattere transnazionale hanno avuto successo grazie a questo supporto. Ci auguriamo anche che l’Eppo – organismo autonomo e indipendente che eserciterà l’obbligo di azione penale – possa agire stabilendo una efficiente sinergia con le procure degli Stati che ne fanno parte. Giova ricordare che il regolamento della Procura europea prevarrà anche sugli ordinamenti nazionali.
Come ha notato Ceccarelli, Ungheria e Polonia sono state spesso teatro di “frodi carosello”. Ci auguriamo che anche questi Stati collaborino fattivamente con l’Eppo e che questa opportunità di una maggior coesione sulla difesa dei fondi europei possa essere portata avanti.