Un po’ di fascisti fanno sempre comodo: a chi giova?

Non sono fascista. E nemmeno No Vax. Condanno la violenza. E rifletto anche sugli avvenimenti, utilizzando come bussola la famosa domanda: a chi giova?
La polarizzazione dello scontro tra buoni e cattivi, vaccinati e No Green Pass, democratici e fascisti, giusti/migliori/responsabili contro discordi/improvvisati/fuoriusciti non fa altro che cancellare ogni tipo di argomentazione e possibilità di confronto, appiattendo la discussione su opposte tifoserie, partendo dal presupposto che “io ho ragione, perché ho ragione”.
Ho seguito in diretta gli scontri avvenuti a seguito della manifestazione No Vax di Roma, corredati dall’afrore di reazioni indignate sui social. “Fascismo”, “attacco squadrista”, “minaccia nera”. Mai visti tanti fascisti tutti insieme! Mi ricordava un po’ la folla di comunisti che qualche anno fa popolavano ogni ganglio della società, secondo il pensiero berlusconiano. Anche allora i comunisti facevano comodo. Berlusconi ha evocato i comunisti e, con lui, sono spariti.

Nell’attacco alla Cgil si sono visti volti noti da tempo, che si sono fatti inquadrare di fronte e di profilo dalle telecamere. Ora, da che mondo è mondo, chi va a sfasciare e a cercare lo scontro lo fa a volto coperto. Non è che ci voglia Sherlock Holmes per capire che questi signori – Fiore, Castellino & Co. – sono andati lì per farsi vedere e arrestare. Si sono mostrati per acquisire visibilità presso i loro camerati italiani ed europei, in un contesto mediatico di primo piano e in un momento in cui tutti i partiti meno uno sono al governo, quindi in cui la dialettica politica è di fatto inesistente. Non dimentichiamo che Forza Nuova (oltre a Casa Pound) si è anche presentata alle elezioni, tempo fa, senza che nessuno gridasse alla minaccia fascista.

L’indignazione collettiva contro i “fascisti” è stata espressa con molta enfasi da tutti i partiti. Tra questi ve ne sono due, Fratelli d’Italia e la Lega-Salvini premier, che, come hanno dimostrato le recenti inchieste di “Fanpage”, hanno strizzato l’occhio a un’area di nazi-fascisti che portava voti e soldi. Anche per questo la loro condanna delle violenze squadriste risulta poco credibile.

Poco credibile anche il ruolo guida nell’antifascismo che si è intestato il Pd, rivendicando in questo modo un’appartenenza a un’area di sinistra che non corrisponde ormai più alle politiche di centrodestra che porta avanti. Ricordiamo la polarizzazione delle elezioni regionali in Emilia-Romagna: le forze democratiche contro quelle razziste e fasciste. Peccato che poi, dopo pochi mesi da questa strenua battaglia, i ‘buoni’ e i ‘cattivi’ si siano seduti insieme nello stesso tavolo di Governo.
E che dire dello scatto di reni della Cgil? Landini ha tuonato: “Quella di ieri è una ferita democratica, un atto di offesa alla Costituzione nata dalla Resistenza, un atto che ha violentato il mondo del lavoro e i suoi diritti”. L’abolizione dell’articolo 18, con il sostanziale silenzio del sindacato, invece era giusto, corretto e doveroso: un vantaggio per il mondo del lavoro.

Insomma, un po’ di fascisti fanno sempre comodo. Sono anche loro un utile fenomeno per influenzare gli elettori e giustificare le scelte del governo dei migliori. Non a caso, gli scontri sono avvenuti a Roma, dove due candidati, uno di centrodestra e uno di centrosinistra, andranno la prossima settimana al ballottaggio. A chi giovano gli scontri? Chi è stato uno dei primi a intervenire sui social sventolando lo spettro del fascismo?

L’unico fascismo che vedo attualmente imperante è quello del conformismo delle idee e delle opinioni. È necessario essere tutti d’accordo, non lasciare spazio a critiche e proteste pacifiche. Nelle piazze serve a cancellare le signore a mani alzate che scandivano slogan contro il Green Pass; in politica, a polarizzare il dibattito ed evitare ogni forma di pensiero intermedio, per cancellare quel terzo polo equidistante dove era stato convogliato il dissenso contro i due poli che si contrapponevano, ma che nei palazzi del potere così tanto si assomigliavano.
La polarizzazione piace a molti e oggi è più grave che mai, dal momento che non è stata ancora cambiata la legge elettorale in senso proporzionale e, con il taglio dei parlamentari, questo significa la cancellazione delle minoranze e di nuovi soggetti politici che potrebbero emergere.

Sabrina Pignedoli