Con le armi si fa la guerra


Le armi non servono per fare la pace. Le armi servono per fare la guerra. Uccidono, comunque, sia da una parte, sia dall’altra. E il sangue ha un solo colore. Armare un popolo, seppur per difenderlo da un attacco vile e scellerato come quello russo verso il popolo ucraino, non aiuta i contendenti a sedersi intorno a un tavolo e dialogare.

La disinformazione che si sta facendo, da una parte e dall’altra non aiuta allo stesso modo le persone a capire, ma le trasforma in tifose, pro Ucraina o pro Russia, schiacciando chiunque osi intervenire nella logica per cui se non sei per l’invio di armi all’Ucraina, se poni dubbi sull’operato di Usa e Nato, allora devi essere necessariamente filo Putin. Un delirio che si è portato dietro il più becero oscurantismo, degno non di nazioni democratiche, come ci vantiamo di essere, ma delle peggiori dittature, quantomeno del pensiero unico dominante. Questa polarizzazione serve a sopire ogni voce critica, a non far riflettere le persone, a trattarle come gregge.

In questo editoriale non voglio entrare nel merito del conflitto: da tutti virologi nell’emergenza Covid, siamo passati a essere tutti esperti di geopolitica. E io, lo dichiaro pubblicamente, non sono un’esperta di geopolitica. Voglio semplicemente condividere con voi alcune riflessioni. E visto che di punti su cui riflettere ce ne sono tanti, oggi comincio con il primo punto e continuerò nei giorni successivi con gli altri.

Una questione che mi sta particolarmente a cuore è quella delle armi. Inutile nascondersi dietro a un dito: come ho già detto, le armi non servono per fare la pace, ma per fare la guerra.
Lo dimostra involontariamente anche un documento Usa decisamente interessante. Si tratta di un comunicato del Dipartimento della Difesa statunitense del primo marzo scorso. Dopo aver spiegato che gli Usa stanno monitorando il ‘comportamento’ della Cina, il comunicato ufficiale dice testualmente “da settembre, c’è stato un’ampia gamma di supporto degli Usa all’Ucraina. Questo supporto include missili stinger, missili Javelin, sistemi di razzi anticarro, lanciagranate e più di duemila tonnellate di munizioni, inclusi colpi di mortaio e artiglieria, e armi leggere”. Obiettivo dichiarato nel comunicato: promuovere la pace globale e la sicurezza.
Considerando che le armi sono state fornite all’Ucraina sei mesi prima dello scoppio della guerra, l’obiettivo di pace non mi sembra sia stato raggiunto. Anzi.

E per gettare benzina sul fuoco anche tutta l’Europa, Italia compresa – in barba ovviamente alla Costituzione e alle norme nazionali – manda un altro po’ di armi in una regione che è già una bella polveriera. Sappiamo chi stiamo armando? Sappiamo che quelle armi rischiano di finire in mano a estremisti neonazisti e a terroristi islamisti? A tal proposito, c’è già una segnalazione di allerta delle autorità competenti al contrasto del terrorismo. Ma ovviamente non sembra interessare nessuno. Quello che è certo, è che a guadagnarci sono sempre coloro che vendono le armi. E a morire sono bambini, donne, padri e figli che probabilmente sono costretti ad andare al fronte per una guerra che nemmeno loro vorrebbero combattere.

Nel 2020, la spesa globale militare nel mondo è stata di 1.981 miliardi di dollari, con una crescita costante, anche durante la pandemia: una cifra colossale, con cui si sarebbero potute risanare intere economie, con investimenti per promuovere la pace e lo sviluppo. Dovremmo riflettere sulle parole di Laura Chinchilla Miranda, presidentessa del Costa Rica, Paese che da tempo ha rinunciato ad avere un esercito. Intervistata nel programma Rai “Presa diretta”, ha detto: “Da quando abbiamo deciso di abolire l’Esercito siamo diventati il paese più sicuro in Centro America; è difficile da comprendere ma ci siamo liberati dai colpi di Stato e dalle guerre civili perché non avendo esercito risolviamo tutte le questioni per via pacifica. Abolire l’esercito ci permettere di investire i soldi previsti per la difesa per la salute e per l’educazione”. Nel mondo, comprendendo il Costa Rica, ci sono 21 Paesi che non hanno forze armate: loro le guerre non le fanno. Visto che da sempre si fanno le guerre, ci sono eserciti pronti a combatterle e potenti pronti a guadagnarci, forse potremmo provare a fare qualcosa di diverso.