Trieste: Commissione europea aprirà indagine su progetto funivia

“La Commissione europea chiederà chiarimenti all’Italia in merito al progetto di funivia a Trieste. E sottolinea che l’Italia dovrebbe controllare la conformità alla normativa europea di questo tipo di progetti. Questa è stata la soddisfacente risposta alla mia interrogazione presentata alla Commissione. Una richiesta condivisa anche dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Trieste, Alessandra Richetti”. Lo ha dichiarato Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.

“Nonostante lo smodato entusiasmo per questa funivia da parte del Comune di Trieste, il progetto, oltre a essere quasi del tutto inutile per la mobilità dei cittadini, presenta molti punti critici che potrebbero avere serie conseguenze. C’è un’evidente violazione della direttiva Habitat su un sito Natura 2000. Verrebbero disboscati oltre due ettari di bosco con specie animali a rischio e con conseguenze gravi per il dissesto idrogeologico. Inoltre si tratta di un progetto molto impattante dal punto di vista visivo-paesaggistico”, sottolinea Alessandra Richetti, capogruppo M5S a Trieste, che ha raccolto la forte perplessità di molti cittadini, tra cui quelli del comitato “No Ovovia” e di Legambiente Trieste.

“A suscitare molti dubbi è anche la futura insostenibilità economica della funivia, che servirebbe più come attrazione turistica che per la mobilità dei cittadini. Essendo un progetto finanziato con fondi del PNRR, una valutazione di non conformità in sede europea andrebbe a gravare sul bilancio dello Stato italiano, quindi su tutti i cittadini. La Commissione, nella sua risposta, ha sottolineato che secondo la direttiva Habitat, ‘qualsiasi piano o progetto che possa avere effetti significativi su un sito Natura 2000 deve essere sottoposto a una valutazione di impatto, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del sito’. Siccome l’impatto ambientale della funivia è tutt’alto che trascurabile, è importante sapere come risponderà l’Italia (e Trieste) alla Commissione europea”, conclude Pignedoli (3.9.2022).