“Ungheria e Polonia hanno bloccato l’approvazione del bilancio europeo 2021-2027 e il Recovery fund, mettendo il veto alla clausola sullo stato di diritto. Questo ostracismo non sembra casuale, visto che diverse indagini hanno dimostrato che il PiS, il partito polacco al potere in Polonia, ha destinato i fondi europei prevalentemente ad aree in cui il suo elettorato è più forte e che in Ungheria una cospicua parte dei fondi europei è destinata a familiari di Orban e a soggetti molto vicini al suo partito Fidesz. Questo è inaccettabile. In una interrogazione alla Commissione europea chiediamo di fare luce e di fermare questo spreco di denaro. I fondi europei devono andare ai cittadini per aumentare lo sviluppo e l’equità”, così in una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.

“Numerose inchieste giornalistiche e dell’Olaf, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, hanno accertato che una parte significativa di fondi europei in Ungheria ha finanziato progetti dello stesso premier Orban, di suo fratello, il padre, il genero e alcuni suoi amici. Il clan Orban al completo, insomma. La Commissione deve rafforzare le procedure di verifica e, in caso di frode conclamata, procedere alla riduzione o la sospensione dei fondi dell’Unione Europea vista la non casuale concentrazione di interessi politico-finanziari che viola apertamente lo stato di diritto”, conclude Pignedoli (18.11.2020).