AI Act: no a trionfalismi, manca quadro normativo chiaro

“Il testo dell’Artificial Intelligence Act così come è uscito dal trilogo e approvato oggi non ci soddisfa e per questa ragione come Movimento 5 Stelle ci siamo oggi astenuti al Parlamento europeo. Riteniamo importante che ci siano norme a difesa dei cittadini nell’utilizzo l’intelligenza artificiale ma, al di là dei trionfalismi per essere stati i primi al mondo a normare questo settore, il testo che è emerso rischia di essere più dannoso che utile. Le definizioni sono troppo vaghe, la ‘misurabilità’ dell’intelligenza artificiale è una chimera e l’AI Act si sovrappone, in alcune parti, ad altre norme europee, andando anche in contraddizione. In questo modo diventa molto difficile, soprattutto per le piccole e medie imprese, poter avere un quadro normativo chiaro e semplice su cui basare i propri investimenti e la possibilità di accedere a tecnologie di intelligenza artificiale. Il rischio è che invece di promuovere la diffusione di una intelligenza artificiale sicura, si creino barriere d’entrata aumentando i divari e scoraggiando l’innovazione europea. Con l’aggravante che i fondi previsti dall’Unione europea per l’AI sono residuali rispetto agli investimenti di altri player. Inoltre la ‘gestione’ e implementazione del testo (per quanto riguarda linee guida, standard etc) è demandata all’AI Office, che rischia di essere la porta di ingresso dei ‘suggerimenti’ dei lobbisti. Speriamo di sbagliarci. Ma la fretta con cui si sono svolti i triloghi (pochissimi per una materia tanto importante) per utilizzare il testo come risultato politico di fine legislatura, non ha permesso di risolvere questioni nodali su cui sarebbe stata necessaria una maggiore attenzione”, così in una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle (13.3.2024).