La strage di Viareggio e la beffa della prescrizione

Il 29 giugno 2009 a Viareggio, il deragliamento di un treno merci provoca una tragedia in cui restano uccise 32 persone: undici nell’esplosione e nel successivo incendio da essa provocato, le altre nei mesi successivi per le gravissime ustioni riportate.
La vittima più giovane aveva due anni: poteva esserci mio figlio lì, potevo esserci io, potevi esserci tu lettore, o uno dei tuoi cari.
Da quel momento prende il via una lunga vicenda giudiziaria, che nei giorni scorsi ha avuto un epilogo beffardo.
Se ci sono dubbi, è giusto assolvere. Ma nel caso della sentenza della Cassazione sulla strage di Viareggio non ci sono dubbi -ed è questo il paradosso inaccettabile-: la suprema Corte ha annullato con rinvio in Appello le condanne per il reato di disastro ferroviario e non ha riconosciuto l’aggravante dell’incidente sul lavoro, facendo scattare la prescrizione per l’omicidio colposo (prescrizione a cui ha rinunciato l’ex ad di Fsi Mauro Moretti la cui posizione è stata rimandata all’Appello).
Prescrizione… non assoluzione. Ed è qui il problema.
Giustizia vuol dire applicazione delle leggi, vuole dire condanna quando i reati vengono riconosciuti senza dubbio alcuno.
Le sentenze dei tribunali non possono ridare indietro le vite così bruscamente interrotte, ma possono dare giustizia. E non voglio con questo dire di responsabilità ad ogni costo quando i fatti sono gravi e gli imputati potenti, soltanto per dare sollievo ai familiari delle vittime. No.
Certamente è amara, insopportabile irrisione parlare di giustizia quando solo il decorso del tempo impedisce di accertare le responsabilità, condannare i colpevoli ed assolvere gli innocenti. Per questo la recente riforma dell’istituto della prescrizione è stata un apporto di civiltà, che non ha potuto operare in questo caso perché arrivata, purtroppo, troppo tardi.
Sono orgogliosa che il Movimento 5 Stelle abbia portato avanti, ostinatamente ed in solitaria, questa battaglia di civiltà contro la prescrizione. Perché casi come l’ultima sentenza sulla strage di Viareggio non debbano verificarsi più.