In direzione ostinata e contraria


Un conto è governare con un’altra forza politica cercando di portare avanti un programma basato sui punti in comune. Altro è un Governo ‘insalata mista’, dove c’è dentro tutto (o quasi) e dove riesce davvero difficile pensare a come sarà possibile realizzare un programma politico che non tradisca i valori di questo o quel partito. Nel Movimento 5 Stelle il dibattito è deflagrato e diventato pubblico. Ma negli altri partiti? Io mi domando ma quelli del Pd che solo un anno fa hanno fatto una campagna elettorale alle regionali polarizzando il voto contro la Lega in maniera manichea, come uno scontro alla Star Wars fra forze del bene (loro) e forze del male (Lega). Ora sono d’accordo a fare un governo con la Lega, con le forze del male. Questa macedonia di partiti, si dice, va fatta per il bene del paese. Ok. Quindi il bene del paese è sostenere le forze del male al governo? E il partito che si dichiara più a sinistra dell’arco istituzionale, Leu, non ha nessun problema a fare un governo con il centrodestra, dalla Lega (quella del blocco agli sbarchi, per intenderci) a Forza Italia? Quindi un governo va bene sia di destra, sia di sinistra. E poi stigmatizzavano il Movimento 5 Stelle perché si è sempre dichiarato al di là di queste ideologie, ma attento ai programmi. E la Lega? La giravolta europeista avvenuta in un giorno è davvero degna dei migliori acrobati. Il povero Bagnai, senatore che scriveva del tramonto dell’euro, ora dovrà girare con la mascherina con la bandiera europea seguendo l’esempio del leader del suo partito. E Forza Italia costretta a fare un governo con gli “scappati di casa”? Quello che loro definivano il “bibitaro” ora è diventato un genio della geopolitica internazionale, gli incompetenti di punto in bianco sono diventati coloro con cui fare il governo per salvare l’Italia. Giusto rendersi conto dei propri errori: meglio tardi che mai. E noi del Movimento 5 Stelle? Ci siamo sempre detti post ideologici e per le esigenze dovute alla legge elettorale abbiamo prima governato con la Lega, portando avanti alcune battaglie, poi con il Pd, portandone avanti altre. Ora dobbiamo a tutti i costi entrare in questo governo macedonia per difendere queste battaglie. Ma come? Col ministero degli Esteri quali battaglie possiamo difendere? Con quello dell’agricoltura? Con i rapporti con il Parlamento? E con il ministero delle politiche giovanili? Perché le nostre battaglie su giustizia, lavoro, dignità sociale, ecologia e ambiente sono di competenza di altri ministeri che non sono nostri. E non voglio parlare del superministero della transizione (anche se verrebbe da dire transazione) ecologica. Ci danno il contentino e per ora, solo per ora: la ministra della giustizia ci ha detto che non toglie la prescrizione. Bene. Ma come facciamo poi a parlare di lotta alle mafie se sosteniamo un governo con Forza Italia, partito che – lo dicono le sentenze di diversi tribunali italiani – è stato sostenuto dalle mafie (“Cosa Nostra, ma anche la ‘Ndrangheta abbandonano il progetto politico separatista/secessionista e puntano tutto sul partito Forza Italia”, motivazioni sentenza ‘Ndrangheta stragista)? Come facciamo se oltre a questo sostegno, procediamo poi con l’espulsione del presidente della Commissione antimafia? Il messaggio che viene dato alle mafie è devastanete. Io capisco che Morra abbia votato no. Vi siete chiesti come fa un presidente della Commissione antimafia a votare un tale governo e essere poi credibile davanti ai familiari delle vittime e all’intera collettività? Pensiamo davvero che il bene del paese sia fare un governo con il partito dello ‘Psiconano’ che finanziava Cosa nostra?
Ho toccato tutti i partiti, tutte le contraddizioni: basta l’invito del presidente della Repubblica, Mattarella a giustificare tutto questo?
Vi lascio con un’ultima domanda: una persona si avvicina a un movimento o a un partito politico perché ne condivide i valori di base. Se poi questi valori vengono rinnegati, non a parole, perché a parole tutti sono bravi, ma nei fatti concreti, chi tradisce è chi vota in dissenso dalla linea della ‘maggioranza’ o sono i vertici del partito che stanno calpestando quei valori?

Fabrizio De André, Smisurata preghiera