Il nuovo procuratore di Roma e le carte su cui non mettere le mani


Che a Roma dovesse andare un procuratore capo “pignatoniano” già lo sapevamo da qualche anno, prima ancora che Pignatone lasciasse quella poltrona. Non c’era bisogno di attendere una scontatissima votazione del Consiglio superiore della magistratura, un Csm sempre più incredibile che andava sciolto dal presidente della Repubblica come atto dovuto (si salvano solo alcuni membri).

Prima ci hanno provato direttamente con il discepolo Prestipino, inventando sistemi di valutazione ad hoc, per dare una parvenza di giustificazione alla “volontà del Signore”.
Poi, quando tutta la giustizia amministrativa ha bocciato quella nomina, allora si è deciso di ripiegare sul caro amico di Pignatone, Francesco Lo Voi, che come procuratore capo di Palermo ha fornito ottime garanzie.

Certamente a ricoprire il ruolo di procuratore capo di Roma non poteva andare Marcello Viola: purtroppo ha un brutto vizio quel magistrato, fa le indagini e le fa in maniera indipendente. Addirittura a Trapani ha osato indagare sulle logge massoniche e i loro collegamenti con le mafie: cattivo, cattivo, cattivo!!! Non adatto per una procura delicata come Roma, dove tra palazzi del potere, potentati economici, logge di vari colori e Vaticano bisogna sapersi giostrare con la ‘giusta’ cautela.

Come dicevamo, a Roma non poteva andarci un procuratore capo che non piacesse a Pignatone e lo sapevamo già da diverso tempo. Come? Le intercettazioni di Palamara, naturalmente. L’ex magistrato, parlando con Giovanni Legnini del futuro procuratore capo di Roma, dice esplicitamente:
“Perché hanno paura che se va un altro, mette le mani nelle carte e vede qualcosa che non va, non c’è altra spiegazione, come tipico di Pignatone, questo è il discorso, è successo con me, è successo con Cisterna, che devo di’, che Pignatone mi ha chiesto tutte le cose, parliamo di interferenze, tutte le cose di Roma. Eh, io l’ho fatto queste, io le devo di’ ste cose o no?”

Lo chiedo per l’ennesima volta, qualcuno vuole spiegarci questa frase? O dobbiamo pensare che effettivamente i segreti di quelle carte ora siano al sicuro?