#IoStoConMorra

La censura da parte della Rai del Presidente della Commissione antimafia Nicola Morra è semplicemente inaccettabile. Ricorda pericolosamente il diktat bulgaro di Berlusconi contro Biagi, Santoro e Luttazzi, che furono allontanati dalla tv di Stato. Ora come allora il problema è lo stesso: esprimere le proprie opinioni, denunciare senza infingimenti e in modo diretto situazioni gravi per la nostra democrazia. E la nota diffusa da viale Mazzini a giustificazione di questa vera e propria censura è ancora più sorprendente: lo avrebbero fatto per sensibilità nei confronti dei malati oncologici. Stiamo scherzando? Far passare il messaggio che le parole di Morra su Jole Santelli siano un’offesa per i malati oncologici è un affronto per l’intelligenza umana. Forse saranno state dette in maniera da poter essere fraintese, tuttavia lui stesso aveva premesso che non sarebbe stato politicamente corretto e ha espresso dispiacere per le sofferenze provocate inintenzionalmente.
A volte però servono parole più forti per smuovere le coscienze.

Il tourbillon di polemiche che ne è sorto è davvero sorprendente. Che bel paese sarebbe l’Italia se lo stesso moto di indignazione ci fosse anche quando un politico viene arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa e per aver preso voti dalla ‘ndragheta, come avvenuto a Domenico Tallini, presidente del consiglio regionale calabrese. Invece queste vuote polemiche hanno fatto calare il silenzio su questo importante arresto.
Morra, in qualità di presidente della Commissione antimafia, lo aveva indicato come impresentabile secondo le ‘norme’ sottoscritte dagli stessi partiti. Tallini venne candidato ugualmente da Jole Santelli e Forza Italia, per poi esser messo a capo del Consiglio Regionale.
Ora Tallini viene arrestato. Ma Forza Italia e i partiti del centrodestra non chiedono scusa e non si stracciano le vesti per aver candidato e piazzato a presidente del consiglio regionale un impresentabile accusati di reati gravi. Il problema non è Tallini o il partito che lo ha candidato. No. Il problema è Morra che ha stigmatizzato quella candidatura e ha sottolineato la situazione preoccupante in cui si trova la Calabria, non per ‘razzismo’ nei confronti dei calabresi, ma per amore della sua terra, meravigliosa e devastata da ‘ndrangheta e malaffare.

Le opposizioni hanno annunciato che bloccheranno i lavori della Commissione antimafia se Morra non si dimetterà. Diciamo che non aspettavano altro, del resto tra le fila di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia gli arresti e le condanne per vicinanza con le mafie non mancano. Il sospetto è che questa polemica sia stata montata ad arte per cercare di screditare e di bloccare l’importante lavoro che Morra sta portando avanti, in silenzio, passo dopo passo. E forse a qualcuno non è andata giù la battaglia per portare Gino Strada in Calabria: del resto la sanità è uno dei settori in cui le mafie sguazzano da anni ormai ed evidentemente i referenti politici che hanno ricevuto i voti delle cosche ora devono renderne conto.
Ricordiamo anche che chi combatte le mafie non può essere lasciato da solo, ma deve essere difeso anche da questi attacchi strumentali: è colpevole prenderne le distanze. Il contrasto alle mafie non si fa scrivendo il post su Facebook il 23 maggio per ricordare Falcone o il 19 luglio per Borsellino, due magistrati – ricordiamolo – che furono oggetto di attacchi strumentali e vennero di fatto lasciati soli.
Per questo #IoStoConMorra. Presidente Morra non mollare!