Intelligenza artificiale creativa

Sentendo parlare di Intelligenza Artificiale, la prima cosa a cui pensiamo è la gestione e l’elaborazione di una grande massa di dati, calcolo, automazione. Eppure, da decenni si parla anche delle nuove frontiere che l’impiego di sistemi a Intelligenza Artificiale aprono nei contesti considerati più creativi e appannaggio della mente umana. Anche in questo campo l’uomo sta insegnando alla macchina a fare da sé.

Dopo tanti anni di sperimentazione, stiamo giungendo a mansioni creative dell’Intelligenza Artificiale che è difficile distinguere da quelle umane. Non sono scenari alla Philip Dick o alla Isaac Asimov, le novità sono dietro l’angolo.

La versione web del giornale canadese “The Globe and Mail” ha come direttore un sistema a intelligenza artificiale, chiamato Sophi, che decide gli spazi e le notizie da mettere online. Molto probabilmente, nessuno se ne sarebbe accorto, se non ce lo avessero detto.

Lo scorso settembre è apparso sul Guardian un articolo scritto con il Gpt-3 (Generative Pre-trained Transformer 3), un sistema a Intelligenza Artificiale realizzato dalla OpenAI di San Francisco. Il programma utilizza il deep learning e può creare testi di vario tipo (articoli, poesie, racconti, slogan pubblicitari). L’articolo apparso sul quotidiano britannico utilizzava argomentazioni complesse, non banali, sicuramente all’altezza di un articolo scritto da un umano. Il sistema può imparare e mettere a frutto la lezione.

In futuro, è probabile che una parte del lavoro giornalistico verrà svolta da sistemi di questo tipo. Per il lavoro d’inchiesta resterà fondamentale il lavoro umano, ma in questo, come in molti altri settori, si perderanno posti di lavoro, come purtroppo già sta accadendo, e peggioreranno le condizioni di chi svolge questa professione. Tuttavia, l’Intelligenza Artificiale creerà anche nuove occasioni e nuovi lavori. Alcuni di essi già si intravedono all’orizzonte, altri sono tutti ancora da plasmare. Fa comunque una certa impressione osservare i rapidi progressi che si stanno facendo nel campo della traduzione automatica e nella redazione di testi.

Qualche anno fa, il Mit di Boston lanciò Shelley AI, un sistema in grado di scrivere brevi storie horror, ma si potrebbero fare numerosi esempi di come l’arte e la letteratura siano generate da software. La sensazione è di essere solo all’inizio di un percorso molto lungo.

Un recente esperimento riguarda un programma in grado di generare graffiti nello stile del celebre Banksy. Il software si chiama GANksy ed è stato messo a punto partendo dalla produzione del misterioso street artist di Bristol. Può generare immagini in automatico che ricalcano quelle del suo quasi omonimo “maestro” umano. Tentativi del genere in campo creativo sono sempre meno goffi e si fanno passi in avanti sempre più rapidi verso una capacità ideativa delle macchine ormai poco distinguibile da quella umana.

Per fortuna a creare i sistemi di Intelligenza Artificiale sono ancora gli umani, e sono molto creativi. Siamo lontani da un mondo di macchine gestito da macchine. Forse l’Intelligenza Artificiale ci aiuterà a scoprire gli aspetti più profondi e insostituibile dell’essere umano. Per ora, gli scenari si evolvono molto rapidamente di giorno dopo giorno, grazie a umani molto creativi che sviluppano sistemi sempre più sofisticati. Oggi ancora preferiamo Banksy al suo volenteroso allievo digitale, non c’è partita. Ma forse un giorno un altro GANsky ci stupirà sui muri di qualche città del pianeta.