Italia senza norma sul whistleblowing


Solerti nell’approvazione della legge bavaglio, dicendo che ce la chiede l’Europa, anche se non è vero, il ministero della Giustizia si dimentica quello che effettivamente viene chiesto dalla Commissione europea, ovvero un provvedimento che tuteli i whistleblower, ovvero coloro che segnalano illeciti sul lavoro.
Una dimenticanza non da poco e che rischia di avere per l’Italia un costo notevole dal momento che, due mesi dopo la scadenza dei termini, senza che apparentemente nessuno se ne sia accorto, ora la Commissione sta aprendo una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese.
La ministra della Giustizia Marta Cartabia, affaccendata a mettere il bavaglio a magistrati e giornalisti, oltre a contribuire a indebolire la nostra legislazione antimafia, corre ai ripari con una dichiarazione fuori tempo massimo: “Urgente terminare il lavoro”.
Parole pregnanti di significato, di cui la ringraziamo. Ma sempre parole.
E dire che non era proprio difficile capire che bisognava intervenire sulle norme a prevenzione dei whistleblower. Bastava leggere la relazione che la Commissione aveva redatto un anno fa sulla situazione dello stato di diritto in Italia e che avevo sintetizzato in un editoriale lo scorso settembre. Nel report, viene chiaramente detto che i problemi più significativi rilevati dalla Commissione riguardano la normativa anticorruzione, dove si indica una lacuna considerevole sul whistleblowing. “La tutela degli autori di segnalazioni di illeciti – scrive la Commissione – rimane limitata, perché si basa su programmi di conformità su base volontaria che non tutte le società hanno predisposto. In pratica, l’Autorità Anticorruzione non ha il mandato per ricevere segnalazioni provenienti dal settore privato né per emanare sanzioni”.
Ma cosa può comportare la procedura di infrazione per l’Italia su un tema così delicato?
Come vi dicevo, la mancanza viene segnalata in un report sullo stato di diritto. Ricordo che è stata approvata, e sta cominciando a essere messa a regime, la condizionalità sui fondi europei, ovvero gli Stati membri che non rispettano lo stato di diritto non dovrebbero avere accesso ai fondi.
Quindi, se viene considerato a rischio il rispetto dello stato di diritto, può esserlo anche il percepimento dei fondi per l’Italia.
Ricordiamo che una norma a tutela dei whistleblower nel momento in cui stanno arrivando i fondi europei del Pnrr è di fondamentale importanza anche per combattere la corruzione e la spesa non idonea di questi soldi. Ora la ministra Cartabia ha detto che dobbiamo fare presto: questo sì, ministro Cartabia, ce lo chiede l’Europa, non la follia della legge bavaglio.