Missione Repubblica Dominicana. La violenza su donne e bambini non è reato

La violenza tra le mura domestiche non è reato e non vi è un’età minima per il consenso ad atti sessuali. Questa purtroppo è la situazione di forte discriminazione che le donne e i bambini devono vivere in un paese come la Repubblica Dominicana, che viene considerato uno dei più avanzati della zona caraibica. Il Paese in questo momento sta vivendo un periodo di stabilità politica, con elezioni democratiche. Sarebbe necessario cambiare il codice penale – è ancora in vigore quello del 1884 – ma tutti i tentativi in questo senso si sono miseramente arenati o in Parlamento oppure nel tribunale costituzionale.

Per donne e bambini le tutele sono pochissime. Lo hanno denunciato gli operatori delle Nazioni Unite presenti nel Paese che ho incontrato nei giorni scorsi insieme ai colleghi della delegazione Centro America del Parlamento Europeo in missione nella Repubblica Dominicana. La violenza tra le mura domestiche non è considerata reato, mentre gli abusi sessuali al di fuori non sono socialmente condannati e pertanto, nella maggior parte dei casi, restano impuniti perché sono le vittime stesse a non presentare denuncia.

Inoltre non vi sono tutele adeguate per i minori, a partire dal fatto che non vi è un’età minima per il consenso al rapporto sessuale e, infatti, il Paese registra uno dei tassi più alti di gravidanze in età adolescenziale. A questo si unisce lo sfruttamento del lavoro minorile, soprattutto per quello che riguarda l’impiego di bambini e bambine all’interno delle abitazioni.

Ad aggravare la situazione, si aggiunge il fatto che l’aborto è considerato reato. Sulla mancanza di riforme in questo senso gioca un ruolo importante la chiesa cattolica, che esercita pressioni molto forti sulla politica. Un Concordato, non dissimile da quello stretto con lo Stato italiano, offre inoltre grandi privilegi, anche economici alla chiesa. Del resto la croce è presente anche nella bandiera al motto di “Dio, patria, libertà”.