Missione in Centro America: il muro

C’è un muro, per alcuni tratti ancora in corso di costruzione, che divide l’isola caraibica di Hispaniola: da una parte la Repubblica Dominicana, dall’altra Haiti.

La prima ha un Pil che cresce a doppia cifra, sebbene una buona fetta della popolazione sia ancora sotto la soglia di povertà. I servizi sanitari sono garantiti alla maggioranza della popolazione, così come la scuola primaria. Vi è invece una grave mancanza di formazione per quanto riguarda l’istruzione secondaria.
Dall’altra parte del muro c’è Haiti, il paese più povero dell’emisfero occidentale, martoriato da terremoti devastanti, epidemie e totale instabilità politica. La popolazione di Haiti muore a causa dell’emergenza alimentare e sanitaria. “E ogni giorno la situazione diventa più difficile”, ripetono tutti quelli che abbiamo incontrato come delegazione del Parlamento europeo in Centro America, visitando il confine tra Repubblica Dominicana e Haiti.

C’è un ponte con una striscia di asfalto per il transito in un solo senso e due marciapiedi ai lati. Ci sono due cancelli e una ventina di metri di ‘zona franca’. I cancelli si aprono, fanno passare un po’ di gente alla volta e poi si chiudono. I bambini passano tranquillamente per andare a scuola, chi nel territorio di Haiti, chi in quello di Santo Domingo. Un passaggio composto e silenzioso. La trasformazione avviene nei giorni di mercato, il lunedì e il venerdì. Davanti al cancello di Haiti si ammassa una folla di migliaia di persone che aspettano di attraversare il confine per andare a comprare qualcosa da mangiare al mercato nella Repubblica Domenicana. E quando la porta del passaggio pedonale si apre, la massa quasi esplode dentro la zona franca. Ma non possono scendere dal marciapiede, chi controlla dal lato di Haiti non esita a usare le maniere forti. Con sacchi enormi di paccottiglie sulla testa, o con cassette vuote da riempire, gli haitiani attraversano la zona franca e il cancello per la Repubblica Dominicana.

“È un atto umanitario – ci spiega il generale che supervisiona la situazione -. Facciamo entrare queste persone per permettere loro di compare da mangiare. Ogni volta ne passano tra 4 e 5mila”. No, non controllano i documenti, perché molti haitiani non li hanno. La polizia dominicana controlla che queste persone non si allontanino dalla zona recintata del mercato e poi che se ne tornino nel loro territorio a fine giornata. Qualcuno scappa, sì; ci sono i controlli ma il confine è lungo e ‘poroso’. Per questo è stato deciso di costruire un muro.