Presentazione del libro “Investigare 5.0”, a cura di Vittorio Rizzi e Anna Maria Giannini, Bruxelles, 7 dicembre 2023

Il libro è interessantissimo e rende tutta la complessità del fare indagini al giorno d’oggi. Il titolo ricalca nel nome quella delle versioni dei programmi informatici. Perché gli strumenti di indagine si rinnovano con tempistiche molto rapide. E questi strumenti non riguardano solo gli aspetti più legati alla tecnologia digitale, ma il processo virtuoso è quello di un continuo aggiornamento su più fronti, che sono ovviamente interconnessi tra loro.

D’altra parte, una gran quantità dell’innovazione nelle indagini riguarda le tecnologie digitali. Negli ultimi anni è cresciuto vertiginosamente il ruolo dell’Intelligenza Artificiale. Anche per questo qualche settimana fa ho organizzato al Parlamento Europeo un incontro dedicato a “AI in Law Enforcement” ed è stato molto interessante conoscere le possibilità e gli impieghi che l’Intelligenza Artificiale ha già per le forze dell’ordine.

I sistemi di sorveglianza basati sull’IA sono utilizzati per il monitoraggio degli spazi pubblici, ma anche per il controllo del web e del deep web, per il trading di criptovalute e per la prevenzione dei cyberattacchi.

L’intelligenza artificiale è diventata una risorsa indispensabile nella lotta alla criminalità organizzata. L’analisi di grandi quantità di dati permette di identificare anomalie e tendenze in tempi rapidi. L’apprendimento automatico svolge un ruolo importante nella prevenzione e nell’analisi dei fenomeni criminali. ovviamente ci vuole la tecnologia e ci vuole anche personale altamente specializzato, quindi non è solo un discorso di computer e banche dati, ma di risorse umane.

L’Intelligenza Artificiale va governata in tutti i sensi. Ci vogliono competenze, ci vuole controllo e sono necessarie norme adeguate e sufficientemente lungimiranti per gestire questo aspetto dell’innovazione.

L’AI Act, il nuovo pacchetto normativo dell’UE, sottolinea la centralità dell’approccio umano alla gestione dell’IA. Anche nelle indagini, le capacità di giudizio critico e di discernimento degli investigatori devono rimanere centrali.

La regolamentazione dell’uso dell’IA e la preoccupazione per possibili abusi o limitazioni della privacy hanno suscitato un vivace dibattito, non solo all’interno delle istituzioni europee. Come anche questo libro ricorda, “privacy e protezione dei dati personali sono presìdi di democrazia e libertà” (p. 178). Siccome l’Intelligenza Artificiale si nutre di dati, grazie a cui la macchina impara, la questione dei dati è stata centrale anche al Parlamento Europeo durante l’elaborazione dell’AI Act che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi. Come ho letto anche in “Investigare 5.0”, non è vero che paghiamo la nostra sicurezza, la nostra libertà sacrificando la privacy, ma “è più corretto dire che è possibile garantire un più malto livello di sicurezza sfruttando anche le informazioni desunte dall’elaborazione di alcuni dati personali: non sono i dati personali che pagano la sicurezza, ma le informazioni che se ne possono desumere attraverso le elaborazioni e, soprattutto, l’uso che se ne fa. E pertanto, ogni considerazione in tal senso non può compiutamente svolgersi senza analizzare quali dati sono trattati, con quali modalità (tecniche e di principio) e mettendo tali esiti in relazione con la finalità perseguita” (p .179).

Il contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie richiede all’Unione Europea di rinforzare ulteriormente gli strumenti di cooperazione, dato che l’attività di queste organizzazioni avviene quasi sempre su scala transnazionale e le reti criminali sono basate sull’alleanza tra gruppi diversi, basti pensare al narcotraffico.

Anche le organizzazioni criminali si avvalgono di intelligenza artificiale, uso del dark web, comunicazioni criptate, traffico e riciclaggio di valute digitali. Le minacce e gli attacchi informatici richiedono un costante aumento degli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine. Il contrasto alle nuove mafie finanziarie richiedono strumenti adeguati, basti pensare soltanto al riciclaggio di denaro sporco, alla costruzione di complesse strutture societarie e all’uso dei paradisi fiscali, per cui serve una maggior cooperazione tra gli Stati membri dell’Unione Europea e anche a livello internazionale (7.12.2023).